Tra il primo anno e il terzo anno di età impariamo a fare tantissime cose: parlare, mangiare, camminare, fare i bisogni corporali.. una continua scoperta di noi e del nostro corpo!
In questo momento delicatissimo può avvenire questa ferita: se qualcuno che si prende cura di noi ci sminuisce e ci fa vergognare di noi, di cosa facciamo e come lo facciamo… ecco che abbiamo una ferita di UMILIAZIONE.
Ogni comportamento che ci fa percepire disgusto negli occhi di chi ci guarda ci provoca una ferita profonda.
Questa ferita riguarda noi stessi, e il rapporto con il nostro corpo, le nostre azioni e la percezione di noi stessi.
Chi vive l’umiliazione costruisce la maschera del masochista:
colui che cerca dolore e punizione.
Spesso chi ha indossato questa maschera ha problemi a controllare il proprio peso: utilizza il grasso corporeo come strumento per farsi del male.
Ha una grande difficoltà ad esprimere le proprie esigenze, è ipersensibile e basta pochissimo per ferirlo nuovamente e farlo sentire a disagio.
Spesso ha molta autoironia, prende in giro se stesso prima che lo possano fare gli altri.
Si punisce sempre per primo, anticipando il giudizio degli altri.
Tende a rimproverarsi da solo di fronte a un errore o ad un insuccesso.
Prova molto piacere a non essere visto, in modo da poter fare tutto ciò che vuole davvero, senza il giudizio degli altri, mentre in pubblico si sente troppo sotto i riflettori, ed è come se tutti aspettassero un suo passo falso.
Purtroppo, spesso attira persona che lo umiliano e ripetono lo schema della ferita.
Per provare a consapevolizzare questa ferita proviamo a tornare indietro nel tempo: c’è un ricordo della nostra infanzia che ci fa provare “vergogna”? Proviamo a dire a quel bambino che è al sicuro ora e che il suo corpo e le sue azioni sono naturali e meravigliose.
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