Demetra, dea dell’abbondanza dei raccolti. Parte del nome deriva proprio dalla radice della parola MADRE.
Fu la quarta moglie di Zeus, con il quale diede alla luce la figlia Persefone.
La storia di Demetra è legata indissolubilmente alla figlia Persefone e al suo rapimento da parte di Ade.
Quando la figlia venne rapita lei si rinchiuse nel suo tempio e nulla più crebbe nei campi.
Zeus mando Ermes, il messaggero degli dei, negli inferi da Ade per riportare Persefone dalla madre.
Persefone aveva però già mangiato il cibo degli inferi (semi di melograno) così Persefone da allora trascorse due terzi dell’anno negli inferni con Ade e gli altri mesi con l’amata Madre.
Demetra incarna il desiderio di maternità, accudimento, nutrimento.
Demetra è perseverante, non si da mai per vinta e si mette in gioco pienamente per i figli.
Il rischio che corre la donna che ha Demetra come archetipo dominante è la depressione.
Se Demetra non riesce a esprimere il suo desiderio di maternità e nutrimento, può scivolare in una tristezza patologica, Demetra soffre di “sindrome del nido vuoto”
Può incarnare nel suo aspetto distruttivo la madre depressa che non riesce ad essere presente davvero per i suoi figli e che non riesce ad essere in contatto emotivo con l’altro.
Lavorativamente Demetra tende ad avere incarichi assistenziali, e di “cura”: infermiere, maestre, pediatre, terapeute, assistenti sociali, ostetriche…. A volte questo istinto arriva tramite opera di volontariato. Difficilmente riesce a dire di no quando qualcuno le chiede aiuto.
Interessante il suo rapporto con l’uomo: difficilmente la donna Demetra sceglie l’uomo, ma risponde al bisogno che l’uomo ha di lei. E’ molto più concentrata su ciò che può fare lei per il suo uomo che il contrario.
0 Comments